
Alessandro PIcerni leader IA in fvg
Alessandro PIcerni leader IA in fvg
In questa guida spieghiamo in modo chiaro come funziona il canone concordato in Friuli Venezia Giulia (FVG): cos’è, quando conviene rispetto al canone libero e agli affitti brevi, come si calcola il canone secondo gli accordi territoriali, quali documenti servono e quali errori evitare. Ci concentreremo sul territorio di Monfalcone, Gorizia, Grado e dintorni.
Vediamo i motivi per cui questa opzione potrebbe essere utile per la tua situazione:
Più stabilità contrattuale rispetto al canone libero, con minore turnover.
Più attrattiva per gli inquilini grazie al canone accessibile e alla domanda elevata nelle zone a forte occupazione (es. Monfalcone e asse industriale).
Possibili vantaggi fiscali e locali grazie ad aliquote agevolate (es. cedolare secca) e, in molti Comuni, a riduzioni dei tributi locali; è comunque necessario verificare le delibere aggiornate.
Migliore immagine e maggiore tutela grazie all’uso di modelli contrattuali standard e all’attestazione di rispondenza, che riducono il contenzioso.
Dopo aver chiarito perché il canone concordato può convenire nel 2025, ecco un confronto pratico con canone libero e affitti brevi per scegliere la soluzione più adatta al tuo immobile in FVG.
Il canone libero (4+4) offre la massima flessibilità sul prezzo, ma comporta maggiore volatilità e rischio di sfitto; è indicato soprattutto in aree premium con domanda forte e stabile.
Il canone concordato (3+2) prevede un canone in genere inferiore al libero, ma amplia la platea di inquilini affidabili e consente potenziali agevolazioni; è la scelta tipica per un orizzonte medio-lungo.
Gli affitti brevi possono garantire rendimenti più alti, ma richiedono gestione attiva, presentano stagionalità marcata (es. Grado), costi operativi superiori e rischio normativo; funzionano bene per immobili a vocazione turistica con gestione professionale strutturata.
Per passare dalla teoria alla firma, ecco i requisiti e i documenti indispensabili per un 3+2 a canone concordato in FVG:
Verifica l’accordo territoriale vigente nel Comune (es. Monfalcone, Gorizia, Grado) per fasce, criteri e dotazioni.
Richiedi l’attestazione di rispondenza alle associazioni firmatarie per certificare la conformità di contratto e canone.
Prepara l’APE dell’immobile secondo gli obblighi in vigore.
Registra il contratto all’Agenzia delle Entrate entro i termini, scegliendo il regime fiscale più adatto (es. cedolare secca).
Predisponi un dossier dell’immobile con planimetria, dati catastali, dotazioni e lavori eseguiti.
Dopo aver raccolto i documenti, ecco come calcolare il canone concordato in pratica:
Individua zona e fascia previste dall’accordo territoriale del Comune.
Valuta caratteristiche e dotazioni (ascensore, riscaldamento, stato manutentivo, pertinenze).
Applica i coefficienti dell’accordo e ricava il canone annuo nella forbice consentita.
Ottieni l’attestazione di rispondenza: è il “via libera” che evita contestazioni e abilita i benefici del concordato.
Verifica durata e condizioni (3+2, cauzione, ripartizione oneri, eventuali aggiornamenti); con cedolare secca di norma si rinuncia agli adeguamenti.
Definite le condizioni economiche, ecco le regole essenziali su durata, rinnovo e recesso nei 3+2 a canone concordato:
Durata: 3 anni con rinnovo automatico di 2, salvo disdetta nei termini.
Recesso dell’inquilino: con preavviso (es. 3 mesi) per gravi motivi, secondo quanto previsto in contratto.
Disdetta del locatore: possibile solo nei casi previsti dalla legge, con preavviso nei tempi stabiliti.
Deposito cauzionale: fino a 3 mensilità, salvo patti diversi nel rispetto della normativa.
Una volta fissate le clausole economiche, ecco come orientarsi su adeguamenti ISTAT e regime fiscal:
Gli aggiornamenti del canone seguono le regole dell’accordo territoriale; con la cedolare secca, di solito si rinuncia agli adeguamenti.
Per le tasse, scegli insieme al tuo consulente il regime più conveniente — cedolare secca o IRPEF ordinaria — in base al tuo profilo.
Si tratta di un trilocale di 70 m² in zona semicentrale, in buono stato e senza ascensore, ubicato in un contesto con servizi e collegamenti comodi verso l’asse industriale. In fase di valutazione abbiamo considerato tre strade: canone libero, canone concordato e affitti brevi. Il canone libero avrebbe consentito un prezzo teoricamente più alto, ma con maggiore rischio di sfitto, tempi di rilocazione meno prevedibili e turnover più frequente. L’ipotesi affitti brevi è stata scartata per la stagionalità marcata della domanda e per l’impegno gestionale (pulizie, check-in, extra costi operativi) non in linea con le esigenze del proprietario.
Con il canone concordato (3+2) il valore di locazione è stato leggermente inferiore, ma la locazione è risultata più rapida, il profilo dell’inquilino più stabile, e l’operatività quotidiana decisamente più semplice. Inoltre, l’attestazione di rispondenza e l’utilizzo del modello contrattuale standard hanno ridotto il rischio di contestazioni. Il risultato è un reddito netto più prevedibile, con meno vuoti e meno contenziosi: per questo il proprietario ha scelto il 3+2 a canone concordato, beneficiando anche delle agevoliazioni locali disponibili e di una pianificazione fiscale più lineare.
03.06.2025
Partagez l'article avec vos amis: