
Alessandro Picerni leader IA in fvg
Alessandro Picerni leader IA in fvg
Guida pratica firmata da Picerni Alessandro – CEO & Founder OkCasaWeb – Blogger immobiliare professionista
Sempre più proprietari mi chiedono: “Se mi distacco dall’impianto centralizzato, smetto di pagare le spese?”. La risposta breve è: dipende. In molti condomìni, il regolamento contrattuale (quello allegato ai rogiti e accettato all’acquisto) può obbligarti a partecipare comunque ad alcune spese, anche dopo il distacco. Qui ti spiego quando puoi distaccarti, quali costi restano e come decidere con numeri alla mano.
La legge consente di rinunciare all’uso dell’impianto centralizzato se ricorrono due condizioni-chiave:
In pratica: prima di distaccarti, fatti redigere una relazione termotecnica che dimostri che il tuo distacco non crea problemi né costi extra agli altri condomini.
La gestione ordinaria (combustibile, conduzione, letture) può essere dovuta in tutto o in parte anche da chi si è distaccato se il regolamento contrattuale lo prevede espressamente.
Se il condominio ha un regolamento di natura contrattuale (di solito allegato ai rogiti) e contiene clausole che impongono ai distaccati di contribuire a determinate spese di gestione, tali clausole possono essere valide e opponibili.
Condominio di 10 unità, impianto centralizzato. Regolamento contrattuale: ai distaccati quota gestionale minima del 20% + spese di conservazione. Consuntivo gestione annuo: 10.000 € (combustibile, conduzione, letture). Risultato: non azzeri i costi, paghi la quota regolamentare e le spese comuni.
Voce | Scenario “resto” | Scenario “distacco” |
---|---|---|
Quota gestione annua | Riparto ordinario | 20% della quota + spese comuni |
Spese conservazione/adeguamenti | Sì | Sì |
Investimento impianto autonomo | No | Sì (capex) |
Manutenzione futura | Condominiale | Autonoma + quota condominiale residua |
Morale: il conto della serva va fatto prima di rompere i sigilli all’impianto.
Sì, se non crei squilibri né aggravi e lo dimostri con una relazione tecnica. L’assemblea non può vietarlo in assoluto.
Sì, se si tratta di spesa di conservazione/adeguamento dell’impianto comune: è un bene comune.
Può prevedere una quota di gestione (diretta o forfettaria) anche per i distaccati, se scritto nel regolamento contrattuale.
Quella clausola è nulla: la legge consente il distacco se non danneggi gli altri. Restano possibili quote minime e spese comuni.
Dipende da isolamento, fabbisogno, tariffe, clima locale e quota condominiale residua. Serve una simulazione economica seria.
Il distacco è uno strumento, non una soluzione universale. Se il tuo condominio ha un regolamento contrattuale ben scritto, è normale dover partecipare ad alcune spese. La domanda giusta non è “Posso smettere di pagare?”, ma “Quanto pago e per cosa?”.
Con OkCasaWeb ti aiuto a leggere il regolamento contrattuale e tradurlo in numeri, richiedere la relazione termotecnica corretta, simulare i costi (resto vs distacco) e, quando possibile, negoziare in assemblea un riparto più equo.
Articolo a cura di Esperto Picerni Alessandro – CEO & Founder OkCasaWeb – Blogger immobiliare professionista
10.02.2025
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